Drifting….al nasello, la vendetta del GG

Drifting al nasello

E vai. Dopo un sabato di tempesta con fulmini che ti fanno alzare il pelo come ai gatti, pare che la domenica sia propizia.

Propizia per essere novembre intendo.


Comunque si va, equipaggio pieno, il GG, l’Inge e Massimo, che è al debutto con gli Elfi.

Le idee sono chiarissime, portiamo via tutto…

La meta almeno è sicura, il Dito.

Imbarchiamo un’accozzaglia di canne e mulinelli alla rinfusa, spicca fra tutte l’ultima arrivata, canna da bolentino di profondità con mulinellino elettrico con annessa batteria da svariati chili.

E due casse di sarde non le vuoi portare?

Gli inneschi, e beh, non si può fare senza.

25 kg di ghiaccio sono il minimo per la corretta conservazione del pescato, poi alle 6 del mattino carichi tutto sul motorino e scendi alla barca, normale.

La barca ci vede arrivare e sbuffa, sa già che sarà una giornata di merda, e faticosa.

Ci accoglie malvolentieri e quando vede L’inge a Portovenere carico di attrezzatura come un camallo prova a ribellarsi, la convinco ad andare avanti facendole due coccole e promettendole una lavata con il CIF.

Abbocca……


 

Prima sosta reperimento esca viva, quando riempiamo la vasca del vivo con 85 litri d’acqua e dieci kg di sugarelli la poverina sospetta la fregatura.

Ci porta comunque fino alla meta e si accoccola volentieri in posizione sperando in qualche ora di sosta.

Ci posizioniamo in mezzo ai driftari, vedo Mario poco distante e capisco che il posto è quello giusto.

Corrente assente vento pure, onda al traverso rompicoglioni ma ci siamo abituati.

Comincio a pasturare e le sarde cadono come coriandoli in verticale…..boh…..caliamo le canne con le quote suggerite da Mario la sera prima , tutto a posto o quasi.

Sul fondo si palesano alcune marcature.

E qui in buona sostanza finisce la pescata a drifting.


 

Io devo provare il giochino elettrico nuovo, L’inge sfodera un bolentino a tre ami giganti con in fondo un inchiku abnorme innescato a sarda, il GG silenziosissimo lega una sarda sul tenya di profondità e cala.

Massimo ci guarda come se fossimo pazzi e non sa ancora quanto sia vicino alla realtà.

Io mi aggroviglio con le istruzioni in giapponese del mulinello, L’Inge è il primo a toccare il fondo ed incanna subito, il GG lo segue a ruota.

Comincia il primo dei mille recuperi della giornata, a sorpresa sul bolentino tecnologico sono caduti due megasbombri, cosa ci fanno a 160 mt?

I GG si accontenta di salpare un megalonasello.

Mentre riesco a calare il mio ammennicolo pieno di sarde ed il mulinellino ronza faccio un paio di lampadine e qui mi rendo conto che l’equipaggio non crede, giustamente, alle mie capacità di incocciare un tonno e mi toccherà smazzarmi la pasturazione da solo.

Il GG sembra un Ninja, in silenzio sfida le profondità e continua ad incannare nasello su nasello, Massimo prova il tenya, viene ghermito da un sugarello e poi stramazza in coperta stordito dal puzzo di sarda.

L’inge fa coppiola sgombro_ nasello, ma checcazzo.

Io comincio a salpare roba con il muloJap e apprezzo molto il risultato e poco l’azione di pesca.

Saltello fra innescare sarda e tagliare sarda sono un ecce homo ricoperto di squame.

Le lampadine, in mancanza di tonni sotto la nostra barca, (le altre incannano ohhhhh se incannano…e non sempre rilasciano, purtroppo….) evidentemente si posano sul fondo, c’è un pandemonio, arrivano anche (purtroppo) boghe e sugarelli che ci fanno impazzire.

Ma non il GG che sfodera nell’ordine una mostella di dimensioni imbarazzanti, uno scorfano ed un gronghetto.

Io mi faccio mordere un polpastrello da un nasellotto e sanguino in abbondanza.

Massimo si riprende ma cade di nuovo nella trappola del sughero.

L’Inge ci da sotto di brutto e accusa i primi dolori ai gomiti.


 

Il GG incoccia qualcosa di grosso e lo perde quasi in superficie.

Dopo alcuni minuti affiora una palla argentea, Andrea si tuffa e prova ad acciuffarlo, il nasello è viscido e soprattutto ancora vivo, si allontana nuotando a dorso.

Gli lanciamo un guadino quando entrambi sono quasi fuori portata, L’inge affannato recupera il dorsista e si esibisce in un Crawl con pesce al seguito.

IL GG se ne fotte e lancia in barca qualsiasi cosa sia dotata di pinne e sta guardando male anche i gabbiani, un alieno.

Sono passate svariate ore e siamo totalmente sconvolti, prendo in mano la situazione ramazzo tutte le sarde rimanenti, le taglio a pezzetti e le volo in mare, più che una lampadina una supernova.

Non succede assolutamente nulla ma almeno ho fermato il GG.


 

Rientriamo ubriachi dalla stanchezza e la barca ce la fa giustamente pagare.

Sia avventa spontaneamente su un tacco di legno sommerso e sacrifica volentieri una pala dell’elica pur di farci patire un po’……..

Tanto il CIF l’avevo finito…

Ma quando arrivano i Tombarelli?

 

 

 

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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