La misura è colma

Lo spunto viene da un consigliatore seriale che, sui social, scoraggiava gli adepti dal guadinare le acciughe perché vietatissimo, facendo baluginare lo spettro del verbale in contrasto con una meritata frittura croccante.

Quindi mettiamo mano ai regolamenti nazionali e smentiamo il Vate, l’acciuga è pescabile, il coppo è strumento consentito, per cui max 5 kg come per tutte le specie, misura minima 9 cm.

E qui casca l’acciuga, o meglio il dentice.

Eh si , le misure minime sono aimè uno degli scandali a cui siamo adusi, con l’eccezione di alcune regioni a statuto speciale (Sardegna) che, vedendo tale abominio, ne hanno adottato di proprie con un minimo di buonsenso in più.

Torniamo all’acciuga che, a 9 cm, si è già riprodotta e , se è sopravvissuta agli assalti dei predatori e soprattutto della pesca industriale, a quel punto sotto sale o fritta può far la sua porca figura.

Ma perché non farsi una bella frittura di dentici o ricciole da 7 cm?

Eh si, l’illuminato legislatore non ha inserito svariati pesci nella lista di quelli con misura minima, scazzando brutalmente su altre specie che non raggiungono nemmeno da ottuagenari quella taglia.

Per chi non è inserito nella lista misura minima di 7cm, tra i quali dentici e ricciole, appunto.

Penso al manfrone da 17 cm si è già riprodotto e probabilmente ha bisogno del viagra per farne un’altra, il ghiozzo da 11cm che, poverino, disperatamente ha cercato di arrivare a 12 per metter fine alle sue sofferenze senza mandare in galera il distratto pescatore, così come il sugarello, voglioso di raggiungere al più presto i 15 cm necessari per farsi innescare…

Ma ci vuol tanto a fare una commissione seria, magari inserendoci dentro un paio di persone senzienti che sappiano qualcosa di biologia marina, e rivedere questa nefandezza?

Non siamo normali, recepiamo direttive europee che parlano di altri pesci ed altri mari, le mescoliamo con i nostri regolamenti del secolo scorso e dimostriamo che nei nostri mari non sappiamo manco come siano fatti i pesci.

Non tocco l’argomento quote tonno rosso per decenza e torno all’acciuga.

Sia benedetta la regina dei nostri mari , ma sia anche fritta con passione e degustata con goduria, e lasciamo che per gli altri pesci sia la nostra conoscenza e coscienza e non solo un delirante regolamento a consentire a questo povero mare di sopravvivere.

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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