Un lunedì da…

Tombarello

Un lunedì da….Coglioni

Perché miei cari, se nel giorno del tuo anniversario di matrimonio, lunedi 29, prendi ferie per andare per tombarelli….un po’ coglione lo sei, ma sei disposto a pagarne le conseguenze…..

 

E così sia!

Uscita presta con Lux e il Lungo, ci lanciamo nell’abituale trasloco di attrezzatura con scooter , moto e barchino, non facciamoli i pontili a Lerici, noooo, rovinano il paesaggio….

La fiducia trasuda da ogni poro, ci lanciamo ululanti verso Portovenere sostenuti da un entusiasmo inattaccabile, la giornata è splendida, il Lungo scatta foto come se non ci fosse un domani, yesssss.

Non facciamo in tempo ad entrare in planata che uno scoppio di pesci in caccia mi fa tirare un inesistente freno a mano. I miei sodali lanciano con precisione imbarazzante, al centro della mangianza, ovviamente non succede una mazza ed i pesci scompaiono.

Hummmmm

Vabbè, resto “confident” e mi piazzo a traina, con esche che non hanno MAI tradito. Probabilmente la popolazione di barbieri sta salendo. In mare, nonostante la giornata apparentemente lavorativa ci sono una dozzina di barche, almeno 5 le catalogo immediatamente come pericolose, sfrecciano tra un ciuffo di gabbiani e l’altro a velocità insensata cercando probabilmente di catturare i tombarelli a colpi di elica.

Mi defilo.

Punto una mangianzetta isolata sperando almeno in una partenza sulle canne a traina, nell’approccio soft noto la dimensione indegna delle acciughe predate, sembrano spilli, no buono, di solito se le acciughe sono poche e piccole è un casino , almeno a spinning, ma a traina no, la traina rende…..

Una beata mazza.

La giornata è fin troppo bella, la tramontana dura pochissimo e ci ritroviamo in uno splendido lago popolato da gabbiani esaltati e pesci velocissimi che ti perculano, il silenzio non viene rotto che dal borbottio del motore, frizioni urlanti zero.

Echeccazzo.

Alla milionesima finta mangianza su cui lanciamo di tutto , compreso un foglio da 20 euro ed una sigaretta accesa innescata su circle hook, decido di spostarmi su batimetriche più profonde, non sia mai… In effetti dopo ore di noia prendiamo due pesci  di dimensioni clamorose, uno si slama ma l’altro è in barca. Siamo ai limiti fisici del tombarello, è vicino ai due chili, che ricordo è il record Efsa/IGFA detenuto dal nostro amico Fabio Storelli. Lux non sente cazzi, lo pulisce velocemente, il pentolone di Mastro GG Gran Maestro della confraternita del Tombarello attende.

Passano le ore e non succede veramente nulla, cominciano i primi sintomi da esposizione solare esagerata.

Prendiamo tempo provando a slow pitch sopra una palla di pesce, i sugarelli almeno collaborano.

Sai che gioia.

Basta, orami siamo all’ottava ora di mare e mi gioco l’ultima carta, risalgo verso Genova e verso terra e finalmente riusciamo a guadinare una manata di accciughe, forse innescando quelle qualcosa otterremo.

Si sta avvicinando una nave grigia a velocita elevata quando individuo una nuova mangianza, parto a razzo, do veramente tutto, quando giro lo sguardo verso Lux capisco che forse ho fatto una cazzata.

Mi ritrovo sotto la murata di una nave della Guardia di Finanza che ha male interpretato la mia furiosa partenza , alla mia risposta “ andavo dietro quei gabbiani” non sanno se spararmi con il cannoncino o credermi.

Mi credono, in realtà sono veramente molto  gentili e dopo un controllo dei documenti mi ….rilasciano…commentando “Certo Caleo, si è mosso proprio nel momento sbagliato….”

Eh….sono un coglione , cosa ci vuol fare….

E riparto a randello verso i gabbiani.

Ohhhh ora ci siamo, ho le braccia rosse come il culo di un babbuino e l’orecchio destro è viola, ma i tombarelli arrivano sottobarca attirati dalla pasturazione messa in atto da Emilio. Caliamo le cannette da spinning con l’acciuga fresca innescata su un ametto minuscolo, i giganti della specie non si fanno attendere e ci devastano, goduria immensa. Un paio di volte l’anno tratteniamo il pescato per consentire al GG (Sempre sia Lodato) di preparare tombarello sott’olio per tutti e questa è una di quelle volte.

Siamo alla dodicesima ora in mare e siamo sfiniti, Luca comincia a pulire i pesci,  Il lungo non molla la pasturazione, io godo.

Quando….TA TA TA TA TA TAN arriva, attirata dai buzzi di tombarello, una verdesca sul metro e 80…..sfiora il motore e fa due evoluzioni sotto i nostri occhi.

Increduli ammiriamo i colori bellissimi del pesce che, a scanso di equivoci, ci fa vedere che ha la pancia bianca, mangia i buzzi e le acciughe con delicatezza, come un cagnolino attende i biscotti e li sgranocchia.

Prendo al volo una canna da traina per vedere se riesco a fare l’ennesima coglionata , ma non faccio in tempo, ci pensa lei….

Partono due canne ad incrocio, su quella di sinistra tombarello mannaro, su quella di destra verdesca… Ovviamente lo squaletto si incoccia sulla canna più leggera, la mia eroica ed ottuagenaria st croix da ¾ 3/8 di oncia…. Lux con poche speranze la prende in mano, il tombarello ha la cattiva idea di strusciare sulla verdesca e lo salpo di forza completamente scartavetrato, Lux si chiude su se stesso come un coltello a serramanico con la canna incastrata fra i maroni, il mulo 4000 sferraglia e prova ad opporsi come può.

Incredibilmente il terminale dello 035 resiste per qualche minuto, il Lungo imbraccia il teleobbiettivo e si prepara alla foto del secolo, Lux incredibilmente recupera filo e la Verdesca risale quasi in superficie….. Poi si rende conto che qualcosa non va e fa una fuga assurda verso il fondo, in cui apprezziamo tutta la sua potenza.

Ed il filo non si rompe ancora! Svuota il povero Rarenium e finalmente il terminale cede.

Beh che dire, rimaniamo li come tre coglioni, consapevoli che un’altra giornata incredibile si è impressa per sempre nella nostra vuota testolina.

La nostra capacità di sorprenderci non sarà mai abbastanza per quello che il mare è in grado di regalarci

Augh!

 

 

 

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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