BAD ASS BLACK BASS

Alle volte il ritorno alle origini non fa male.

Il ragazzetto che, negli anni ottanta, partiva in moto vestito in maniera inguardabile con tanto di canna a tracolla e stivaloni di gomma per andare a rufoloare come un cinghiale ai Bozzi di Saudino, in cerca di persici trota, si è ripresentato all’improvviso e l’ho accolto a braccia aperte.

“ciao come stai?”

“bene, ho perso i capelli, sono ingrassato, ho la barba bianca e pesco solo in mare”

“ si, obbiettivamente fai cagare, andiamo a prender due Bass dai, che ti riprendi”

E gli ho dato retta.

Ora, dire che mi sono ripreso è un parolone però, visto che i fine settimana sta facendo tempo orribile e in settimana un’ora alla sera riesco a ricavarmela, ho iniziato a girare per la campagna come un pazzo alla ricerca di posti pescabili.

Eh si, nonostante stia da queste parti da più di 15 anni, le mie aspirazioni  alieutiche sono sempre state mirate al ritorno all’ovile durante il week end , prendere barca e amici e dirigerci felici verso un cappotto.

E così, spinto dai suggerimenti del mio omonimo, grande bass man Carrarino, e dell’abile Nik addirittura campione italiano,  ho preso qualche bustata di strane creature siliconiche puzzolenti , ho inforcato la macchina e via, alla scoperta.

La strategia è questa, metto google map sul navigatore e quando mi segnala un bozzo mi fermo e provo a pescarci dentro.

Non molto efficace invero, ma questa storia mi ha fatto vedere dei posti incredibili giusto ad un passo da casa. La maggior parte dei laghetti e delle cave non sono accessibili, quelli accessibili o sono di una bellezza abbacinante, ma apparentemente privi di pesce o di una bruttezza disarmante con acque motose , ma li provo tutti, con risultati spregevoli.

Tutti meno uno.

La bozza del contadino.

Non credevo nemmeno ci fosse un laghetto, google mi faceva vedere un po’ d’acqua giusto al centro di qualche chilometro di campo arato.

Inforco le canne e smadonnando mi ricopro di mota fino alle orecchie e…..

Bellissimo, acqua limpida, vegetazione , banchi di alghe, rami sommersi, una figata.

Vedrai che non c’è una mazza, figurati, lancio botta, pesce.

Solo culo dai.

Lancio, mangiatina ,ferro, pesce.

E così via, un divertimento bestiale che quasi mi faceva sentire capace.

L’unica cosa strana, una fattoria un po’ malmessa li vicino, non c’è nessuno ma in riva al lago c’è un orto mal tenuto, un falò spento  con delle latte di vernice bruciate dentro, una sega a nastro abbandonata….

Sta tramontando il sole e già mi vedo fatto a pezzi e sotterrato in riva al laghetto, oppure usato come mangime per gli animali da cortile.

Ridacchio delle mie paure ma prudentemente mi ritiro, e mi infrasco veloce fra le canne.

Passo qualche altro tramonto in riva ad altri laghi, cappotando con successo e alla fine mi dirigo di nuovo verso la Bozza.

Sta piovendo un po’ e un simpaticissimo ottuagenario mi becca sul limitar del laghetto.

Sta facendo le chiocciole come le chiaman qui, e mi abbozza.

“Va per persici’”

“Si.”

“Ah usa la bega finta, io uso la bega vera , c’ho i campi, quando mi esce una bega vò a pescare”

“… (incanno un bass mentre mi parla)”

“L’è bello ‘sto lago, e ci venivo anch’io (con la bega suppongo)”

“e ci sono vero?”

“ si ma c’è il contadino che si incazza, e l’ha mi ha urlato forte, un ci sono più venuto”

Immediatamente ci infrattiamo fuori vista dell’unica finestra della cascina che vede il lago, il chiocciolaio sparisce e ritorna dopo mezz’ora col sacchetto pieno.

“stia qui e in quel posto là che un la vede, mi raccomando”

Ringrazio il mio ardito complice e acquattato come un giaguaro ferro a più non posso.

Devo dirvi che sto continuando a sperimentare, a provare, a scoprire e a meravigliarmi della natura, altri lidi ed altri laghi, ma ogni tanto, sul far del tramonto, con tutta la prudenza del caso, mi avvicino di soppiatto alla bozza e lancio incurante di quel brivido che mi pervade.

Se non dovessi tornare una di queste sere ,non venite a cercarmi, lanciate un’esca di gomma per me in un posto sconosciuto.

In bocca al Bass.

 

P.s. in tutto questo, come facilmente immaginabile,  la cosa più difficile è stata sopportare le prese di culo del Elfi…. Come dargli torto….

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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