Lerici e la festa di Sant’Erasmo…un giorno un perchè.

Il culto di Sant’Erasmo, patrono dei marinai (e dei malati di stomaco..), è molto vivo a Lerici, che festeggia con una processione e una luminaria, oltre agli immancabili fuochi artificiali.

Una festa molto bella, ma che porta inevitabili…disagi per chi va per mare..

Vi proponiamo un piccolo racconto del nostro comandante, sul suo rapporto con l’ultima festa di Sant’Erasmo, quella del 2011. Un quadretto ricco di personaggi…particolari…da non prendere troppo sul serio…e da risparmiare ai minori di 18 anni 🙂

[quote]La giornata era cominciata alle 6 del mattino, lavoro, autostrada, esodo e controesodo tutto in una mattina.[/quote]

Stravolto, sudato, stanco, ma cazzo non le potevo comprare un’altra volte le sardine congelate? Si stanno sciogliendo nel bagagliaio, anelo di tornare a casa ed infilarle nel mio frigo Sammontana usato.

Quattrocento litri di spazio a classe di risparmio nulla. Arrivo trafelato in garage con i primi mosconi che iniziano a seguirmi, provo ad attaccare il frigo, ha la presa grossa e nel muro ho quella piccola.

Merda, di corsa al Bricocenter  per scoprire che non le fanno più le riduzioni, ora ci sono solo quelle da presa italiana a Shuko e viceversa, ma vaffanculo. Compro una spina piccola e volo in garage, non trovo un cacciavite piccolo perchè il cassetto è chiuso dalla mole del freezer, lo chiedo al vicino.

Cambio la spina ed il freezer parte con un ruggito, chiudi il garage come se fosse la porta della tana di una bestia, camminando all’indietro. Infilo il cacciavite nella cassetta della posta del vicino, ovviamente l’ho rotto, ho provato a raddrizzarlo con un paio di martellate, ma tant’è. Gli suono al citofono e scappo.

Finalmente mare, c’è un caldo pazzesco afafafafafafafa.

Convinco la combriccola a partire un po’ più tardi, pavento disastri e problemi infiniti se non ritardiamo un po’. “volete una giornata da ricordare o un giorno che non riuscirete a dimenticare?”

Si spaventano a dovere e mangiamo insalata di polpo e riso freddo all’ombra dell’ombrellone. Un suono sordo e molesto proviene dal ristorante  sopra le nostre teste, centinaia di mandibole padane spiaggiate per il week end  divorano l’impossibile, emettendo muggiti di soddisfazione.

Basta, decido che è troppo, affronteremo la calura.

L’imbarcadero è assolato ma capeggia un cartello. “Oggi per la festività di SantErasmo il servizio di traghettamento proseguirà fino alle 0030”

“ Benissimo ragazzi, usciamo adesso, andiamo al largo così schiviamo il traffico, torniamo alle 21 e guardiamo i fuochi dalla barca”. Grida di giubilo e di soddisfazione, moglie ed amici sono eccitati.

Speriamo bene.

Giornata con un po’ di afafafafafafafa, una volta arrivati al largo, ma veramente al largo, la pace. Duecento metri d’acqua, un tuffo, il brivido, quella sensazione di fresco e forse anche di qualcos’altro, bellissimo.

Si gioca e si ride, provo a pescare ma senza impegno le mogli cicaleggiano di prua, mi metto lo stick protezione 50 sul naso.

Telefono: problema, ragazzi arrivo, si va. Mica li posso lasciare al palo, hanno finito la benzina come nelle migliori tradizioni marinare di Parma e dintorni, li recupero abbordando a stento la barchetta alla deriva. Benzina benzina basterà una tanica, imbarazzo, grazie non dovevi, ma figurati avresti fatto lo stesso, si lo so però, e dai non rompere il cazzo lo sai che l’ho fatto volentieri, non so come sdebitarmi, lo hai già fatto, mi hai fatto sentire importante.

Si ritorna al largo e allora si, da soli, bellissimo questo tramonto che non vuole arrivare,  condito da giochi stile gita e canzoni cantate a tutta voce. Birra nocciolina stuzzichino sigaretta.

“Come si chiamava quello là che presentava ma era scarso e poi non alla rai ma a una privata?”

Mille domande per arrivare a Predolin, ma ne valeva la pena.

“ Ne ho un altro io equivalente”

Indovinano Umberto Smaila solo quando mi tiro il costume sotto le ascelle cantando “CinCin”.

Torniamo trainando, mentre sale l’umido, ma non tramonta mai, comincio a pensare di essere in Norvegia. Alle 2130 siamo fuori del porto, iniziano a mettere i lumini in acqua ma si vedono poco, troppa luce. Traccheggio un po’ prima di mettere ai voti  se tornare a terra o veder i fuochi dalla barca: plebiscito per lo sbarco, siamo devastati.

Ci aspetta al molo la Babbiona(leggasi suocera, ndr) che ci accoglie con un garrullo: “Ecco io ero già sul divano e tutta questa gente e poi non ho mangiato, fanno il pesce fritto gratis ma c’è la fila e cavolo dov’è la mia Vera? Ho perso la Vera, la Vera”

La guardo stremato e mi avvicino al banco del pesce fritto, la gente aumenta, non friggono un cazzo. Mi raggiungono gli amici e la moglie,  provano anche loro, decidiamo per un gelato.

Un po’ più indietro risuonano come un mantra le parole della babbiona mentre fruga nella borsa “La vera, la vera, non la tolgo mai, poi c’è quell’avvocato, ma l’ici l’avete pagata? Era qui adesso al dito, la Vera”

Sto sicuramente per collassare, il primo gelataio è pieno, la babbiona prova a sfilare la sedia sotto al culo ad un vecchietto ma questi reagisce come un cobra.

Cambiamo gelataio, dei fuochi nessuna notizia, la gente aumenta.

Ha trovato la vera ma ha perso gli occhiali.

Vuole un’aranciata amara, non c’è l’hanno.

Ovviamente.

Si accontenta di una sprite, attacca che i fuochi si vedono bene da casa sua,  ha pure ragione.

“Ciao io vado via”: Sorprendo un po’ tutti con questa mia, ma poi mi guardano in faccia e capiscono.

“Si va bene però ho la mia macchina davanti alla tua in garage ma non ho le doppie chiavi della porta esterna e poi la tua macchina non la so portare così se prendi la mia e mi riporti le chiavi del garage va bene”

Non ho capito un cazzo ma faccio di sì con la testa e mi avvio al garage.

Faccio il giro dell’isolato e mi bloccano i vigili: è partita la processione, ululo bestemmie irripetibili mentre un cretino non mi vuol far parcheggiare nella fermata dell’autobus dove mi accosto furibondo.

Arrivano moglie e babbiona, degli amici ho perso le tracce, faccio il giro del paese per riportare la moglie al garage. Non chiedetemi perché facciamo cambio di macchina, forse per perdere tempo.

Infatti ci troviamo nuovamente in fila dietro il Santo, portato a spalla da dei ubacquei.

Urlo come un pazzo fuori del finestrino sostenendo che Santerasmo era protestante, mi guardano schifati ma non mi fanno passare. Ma davvero, non era protestante? Al massimo anabattista. Cattolico no di certo. Mi pareva, mah.

 

Arrivo a casa, finalmente, svengo sul letto mentre il cane mi lecca una gamba, il freezer romba minaccioso in garage.

 

Foto: Il golfo di Lerici (dal sito del Palio del Golfo)

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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