Relitti

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Relitti

Reiecti, rigettati.

Gusci vuoti, chiglie fallate. Fasciame di legno bruno che si ricopre di verde, nuova vita che riveste ciò che è già andato. Grandi fantasmi arrugginiti il cui ferro pare un lamento mentre cigola strusciando sulla banchina presso la quale sono stati abbandonati.

Dove i capitani? Dove la ciurma?

Silenzi di cose che sono state e che testimoniano ancora di se, fino a che il tempo lo permetta.

 

Ora un altro relitto, un tronco che lento si avvicina, dondolando, alla riva. Costante la risacca lo muove, e pare un grande vecchio pesce che ancora piega la coda come a voler tornare da dove è venuto, ma non ne ha più la forza, e si arrende.

 

Anch’io. Che smetto di cercarti e decido… mollo le cime lasciando allontanare il relitto di noi dove così spesso le nostre anime si sono incontrate, affinché non si consumi in un’agonia interminabile ma possa prendere il largo trovando una conclusione.

 

….O un nuovo inizio, una vita in un mondo diverso adagiato sul fondo del mare, ad assumere forme che la natura gli vorrà dare costruendovi intorno nuove dimensioni.

E quando pesci, alghe e persino mostri marini l’avranno colonizzato, potrà davvero dire di aver avuto un ruolo, un vissuto.

 

Poi verrà un dopo,

dopo che il tempo l’avrà sedimentato e i cicli della natura riportato magari in superficie; nuovi archeologi cercheranno ancora di riportarlo in vita tentando di ricomporre un senso di noi, in una ricerca senza fine.

Ale
Che dire, se negli anni ’70, d’estate, qualcuno vedeva una bimba solitaria con cappellino marinaro seduta sul bordo di un vecchio pontile di legno presso l’Arenella di Portovenere, con una lenza in mano, ero io. Non ricordo quando ho cominciato, ma a 7 anni per certo inseguivo babbo sott’acqua, lui a pesca col fucile, io dietro col retino imperterritamente convinta di riuscirvi anche così. Ormai è storia (vecchia) che in assenza di lenza e retino mi arrangiavo pescando piccole bavose di scoglio anche col sacchetto del bondì, doverosamente divorato prima. Per molti anni ho rilasciato tutte le prede, poi sono diventata ‘cattiva’ quando le dimensioni loro e mie sono aumentate. Ho avuto pochi ma magnifici maestri, che, bontà loro, mi portano appresso: pare io porti bene. Prediligo la pesca col vivo in mare, a bolentino traina e scarroccio; per poco (anno con ghiaccio sottile) mi è sfuggita la pesca nei laghi del Nord, ma ‘ce l’ho qui’...devo ritentare. Non amo descrivere tecniche (che lascio agli esperti) ma sensazioni. Per il resto sono archeologa.

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