Importa quanto la fai durare.
E vi sono notti interminabili dove il buio prende il sopravvento e la luce… la luce non c’è verso non torna, non la fai tornare. La notte spesso è banalmente nel cuore. Nel silenzio assurdo del pensiero, come un tuffo nel mare senza risalita. Puoi pescare per ore allora…pescare per tutta la notte ma quello che ritorna, su, con la lenza, sono sole gocce d’acqua come rugiada attaccata a uno stelo; gocce di sale, come altre ben note.
Parli col mare e non ti risponde così come parli con l’animo umano che ti ritorna solo a gocce silenziose senza dialogo, senza conforto. E mentre passi la lenza tra le dita al buio, per controllare l’esca senza farti male e arrivare all’amo, ecco che quelle gocce si trasferiscono alle tue mani, e chissà come invece di asciugarle te le passi sul viso perché sei assorto, e ti paiono provenire da altrove.
Così può essere il mare, così spesse volte è un cuore imperturbabile. Che non accetta sconfitte e non accetta confronti.
E per quanto frughi in quel mare, che pure è immenso, non c’è una sola creatura in quella notte che ti risponda. E così è l’animo suo, senza udito, senza occhi, parola… buio, sordo, muto. E cieco.
La musica, e il mare.
Ed ecco che allora il mare talvolta entra dentro come una musica profonda, e prende vigore e si gonfia come prendono imponenza le note, quelle basse e potenti, e poi quelle che si accompagnano alla voce altrettanto meravigliosamente profonda di un baritono…che certe volte incanta più di un tenore.
Non per niente molti spartiti sono stati creati pensando, in più tratti, al fragore del mare in tempesta, o alla dolcezza delle acque calme di una laguna che cullano una gondola. Con quante diverse sensazioni possono essere rese le onde del mare, e i loro diversi umori…… uno schizzo..un quadro….un suono, una musica, un’emozione.
Il mare mi solleva l’animo, e davvero come una musica placa il mio cuore pure quando è in tempesta… perdervi l’occhio all’infinito, dentro…è come una seduta di ipnosi.
Nel mare il sogno è perdersi a vita come l’olandese volante, non fare ritorno.
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Peve
3 Dicembre 2012 at 15:16
Splendida, as usually….
Inge
3 Dicembre 2012 at 15:20
…in versione particolarmente poetica. Grazie! 🙂
Cinghiale
3 Dicembre 2012 at 15:25
E allora ditelo… Con una tal poetessa che scrive sul nostro portale, do definitivamente le dimissioni. =)
Bella e brava! Brava e bella!
il polpo
3 Dicembre 2012 at 15:27
Era ora! Centellini gli interventi e noi miseri mortali ad agognar i tuoi scritti…..
Balorda ma brava come sempre…..
L’Acaro (ma con la A maiuscola)
gioia
3 Dicembre 2012 at 17:56
Meravigliosa!
Luca
3 Dicembre 2012 at 18:43
Quando il mare diventa malinconia, meglio allontanarsene per un pò.
Inge
4 Dicembre 2012 at 14:59
Secondo me no, qualcuno che ne sapeva più di me diceva che “il mare è lo specchio dell’anima, guardandolo contempli la tua anima”. Forse è il miglior modo per farsi un pò di sana auto-analisi, senza ricorrere ai professionisti del settore 🙂
Ale
4 Dicembre 2012 at 19:49
Ma grazie a voi 🙂
In quanto alla malinconia….sì la sensazione contrastante è che il mare te la fa dilagare ma poi, se lo ami davvero il mare, instauri un nuovo dialogo che ti rapisce con mille altre sensazioni e ti afferra l’anima per portartela lontano, gonfiandola come una vela. E allora pensi al pesce che in quel momento sta sotto al buio, zitto e furbo..e cerchi di escogitare un nuovo modo per rapire lui; al gabbiano che ti insegue non certo per amicizia…e sorridi (o lo colpisci, come il Peve); all’olandese volante in fondo orgoglioso di guidare perennemente la sua nave…e lo invidi. Pensieri all’infinito. Ma solo se crei l’ingaggio 😉
(P.S. ma insomma qui mi si da sempre della balorda 😀 )
Inge
7 Dicembre 2012 at 14:26
Balorda è un titolo onorifico che il nostro comandante rilascia solo alle persone di suo assoluto gradimento. Prendilo come un onore altisssssssssssssssimo. 🙂
Ale
7 Dicembre 2012 at 19:29
ah beh…….allora mi commuovo fino alla lisca 😀
gioia
30 Gennaio 2013 at 18:03
Sono sempre senza parole……….meravigliosa!!!