La moglie del pescatore, capitolo secondo

La moglie del pescatore: leggi il primo capitolo, qui!

Quando si vuole bene a qualcuno spesso si vorrebbe che condividesse le nostre passioni, si vorrebbe che si entusiasmasse anche lui o lei per le stesse cose.

Io per esempio sono anni che spero che pinopolpo sbavi davanti a un paio di stivali estivi ma, nonostante tutti i miei sforzi, i risultati sono stati nulli.

Domenica la giornata non era un granchè, l’equipaggio di pinopolpo aveva dato forfait e lui, senza troppa convinzione, mi ha detto “scendo alla barca a vedere se ci sono due orate, vieni?” … “ti raggiungo tra un po’”.

Quante volte avrò mai detto “ti raggiungo”? Tantissime per cui pinopolpo era sicuramente dubbioso. Invece eccomi con i miei bermuda a righe e la mia canottiera gialla che mi presento a bordo dell’Ale Ile.

Era circa un anno che non mettevo piede sulla barca e il numero di ami, di chiazze di sangue, di fili trasparenti si è decuplicato. La voglia è poca ma ho appena ricevuto un bellissimo regalo di compleanno, posso anche fare questo sforzo.

“ok innescami ma sto a prua che sto più comoda”. E così mi metto a prua con la mia cannetta, il sole che sta tramontando dietro Portovenere e la mia canottiera gialla.

… e mentre sono lì mi ritorna in mente quando ormai 25 anni fa alla sera si andava a pescare i ragni (spigole, ndr) alla foce del magra, quando scoprii per la prima volta cosa era una star light e ne rimasi affascinata, quando pinopolpo scivolò in mare con la canna con il pesce attaccato e appena sbucò fuori urlò tira su il pesceeee.

Bene, sono lì a prua, non sento nessun movimento ma vedo pinopolpo per ben due volte con la canna piegata … e via una orata e un’occhiata da porzione sono a bordo.

Sta cosa delle pesca .. .uhm .. quasi quasi … vengo a poppa!

Così io, la canna e ovviamente la canottiera gialla ci spostiamo a poppa dove la situazione sembra più movimentata. E si cominciano a vedere le tocche, io non sono più capace ma in pochi minuti mi torna l’entusiasmo delle prime volte che mi portava a pescare e mollo la partita a burraco che di sottecchi stavo facendo sulc ellulare a prua. Poco dopo perdiamo una bella orata, quando mi dice “prendi il guadino ma tienilo fermo mi raccomando” mi prende il terrore e mi ricordo quando tirò su un polpo enorme e io lo accoppai con il guadino di fatto poi liberandolo. Sto immobile, non respiro nemmeno ma zac … l’orata se ne va accompagnata dall’eco di qualche santo.

Rimaniamo ancora un po’ … si sta facendo buio. Andiamo con la barca al moletto e prendo il barchino. Mentre lui ormeggia io lo seguo a remi, due remi scalcinati, su un barchino tutto bagnato con la canottiera gialla che si sta inorridendo perchè abituata a ben altre serate!

Ripartiamo sul barchino, io, lui, qualche canna da pesca e una luna immensa che si riflette sull’acqua e come sempre guardiamo Lerici dal mare pensando entrambe in silenzio “che culo quelli che abitano sui navigli e ora possono viversi la movida milanese”.

Scesi dal barchino, sporchi e un po’ puzzolenti ci sediamo al baretto, mangiamo due crepes dolci e due gelati e ce ne torniamo a casa.

Sono rientrata a casa con un’orata in più, un paio di stivali estivi in meno che sicuramente avrei comprato, una canotta gialla puzzolente e un marito felice di aver condiviso con me quelle poche ore, di avermi insegnato come mangia l’orata, quando dare l’incoccio o quale è l’ora della pappa dell’ambito pesce.

E credo che domenica prossima la risposta non sarà “ti raggiungo” ma sarà “scendo con te”.

 

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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