Se mi chiami chiamami vento, e ti risponderò tempesta
Chiamami Maelström, e ti porterò nel profondo
E chiamami Maestrale, così che soffiando dal mare ti porterò conchiglie
Chiamami Foehn … o Favonio ….. ti accompagnerò prima del tempo verso il calore di una notte estiva
E se non mi chiami mi avvicinerò come refolo tranquillo ad accarezzarti al buio
Come un soffio che sfiora la pelle a distrarre per un attimo il pensiero.
Sì, non mi chiamare. É meglio.
E il mare si calmerà in bonaccia,
tornando tutto perfettamente allo stato iniziale delle cose.
Lasciami scivolare come acqua, a perdersi dietro la barca saltellando in schiuma fino a scomparire come parte del mare, come il resto.
Oppure chiamami nella maniera più semplice, per nome, col mio nome.
Quel nome che non sei mai riuscito a dire spezzandolo in tanti frammenti di me dalle più diverse accezioni.
E ti starò accanto come aria. Come l’indispensabile. Respiro
(Scatto fantastico di Iole Carollo che ringrazio!!!)
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Peve
3 Luglio 2013 at 17:20
Tac!
Iole
3 Luglio 2013 at 18:17
…
Tu, Donna, sai colpire e affondare.
Peve
3 Luglio 2013 at 18:39
essì eh…
Paola
4 Luglio 2013 at 14:59
🙂
Ale
5 Luglio 2013 at 13:30
grazie figliolini….
Laura
8 Luglio 2013 at 23:38
che donna!