Il Santo

Lui l’obolo lo ha fatto

Lui si è sacrificato per noi

Lui si è genuflesso mentre gli amici se la ridevano

Lui ha sudato nella pianura pedemontana mentre gli altri sguazzavano beati nel blu

Lui adesso è venuto a vedere e vuole il suo tributo, e noi glielo daremo, perché lui è

Santo

E ha

Un pentolone immenso da riempire

Insomma, dopo un we di attesa l’equipaggio scalpita come un branco di Dingo in caccia, le previsioni fanno discretamente schifo e l’Inge decreta l’impescabilità del sabato, io mi fido il giusto, mi sveglio presto, inforco il motorino e vado a controllare.

Fanno discretamente schifo.

Ovviamente me ne fotto e chiamo il mio branco a raccolta.

Arrivano trafelati in motorino mentre preparo la barca per la partenza, è abbastanza tardi per le nostre abitudini, nuvoloni si addensano sulla costa ma pare meglio fuori,.

Le onde, che si vedono frangere sotto la chiesa di Spietro da 4 miglia di distanza, non fanno sperare un granché.

Prima tappa, purtroppo inevitabile, dal distributore, mentre levo salmi al cielo guardando il prezzo della benza al litro, veniamo affiancati da un bel gozzo sui 7 mt , sono foresti e chiedono lumi sulle zone di pesca.

Gli dico con precisione dove andare, alla domanda “siete locali?” ovviamente rispondo “molto” e vedo nei loro occhi un baluginio di dubbio.

Si va, all’uscita del canale ci attende un bel metro d’onda per fortuna lunga, persiste un minimo di tramontanina mattutina, resto fiducioso e mi avvento verso la zona in cui secondo me dovrebbe girare il pesce.

Il gozzo fa mezzo miglio insieme a noi e poi, probabilmente fidandosi poco dei locali, vira deciso verso le cinque terre, un po’ amareggiato li mando mentalmente in mona..

Decido di ignorare il minimo di movimento sui 45 mt, secondo me sono sgombri, e mi sposto sui 100 mt, i pochi gabbiani che fanno capolino dagli ondoni mi fanno fermare la barca.

Il Santo fila la prima canna e Lux lo imita, io smanetto un po’ e filo la solita canna da spinning montata con filosa.

Mentre ci avviciniamo ai gabbiani, che ora palesemente sguazzano su un groviglio di acciughe, dico ai mate di andare a prua e provare a spinning, non faccio i tempo a dire a Lux di sostituire quel jig orrendo di dechatlon ,che lui con precisione lo lancia nella palla di pesce e incanna immediatamente un missile azzurro…..

TOMBARELLI

Il pesce fa il suo dovere e fa impazzire Luca che aveva scordato la potenza ed il caratteraccio di questi bellissimi animali presi con attrezzature leggere, nel frattempo, e come fare senza, parte sul rallentamento la canna a traina.

Pompo veloce e porto sottobordo un bel pesciozzo che finisce guadinato, imbrogliando inestricabilmente gli artificiali nel retino.

Luca nel frattempo sta facendo il giro della barca, abbiamo il mare al traverso, è un casino, il missile si infila sottobarca e si slama.

Il santo alza gli occhi cerulei al cielo, io ingrano la marcia, e sulla ripartenza parte l’altra canna.

Luca di prua, il GG al guadino, mi tocca sacrificarmi e volo a bordo il secondo.

Un po’ stupiti ci affrettiamo a ricalare tutto e procediamo verso i gabbiani che si sono spostati di mezzo miglio…..arrivarci ai gabbiani……

Botta improvvisa sulla cannetta, rallento, filo un po’, riparto, partono tutte e tre le canne…..

Delirio, chi cazzo guida adesso?

Boh ci provo, metto al minimo marcia avanti , con colpetti della mano sinistra e utilizzo del ginocchio tengo la barca più o meno in linea, squilla pure il telefono, si è svegliato l’Inge probabilmente.

Due tombarelli su tre finiscono a pagliolo, il pozzetto è viscido, l’equipaggio si muove con sapienza, fioccano i messaggi sul telefonino, rispondo chissà cosa, L’inge pare sia sotto un temporale, rispondo con la prima foto fatta al volo.

E via si riparte, Lux è incarognito, lo vuol prendere a spinning e al secondo tentativo si prende la sua soddisfazione, decidiamo di cambiare sto belin di guadino che si intruppa in tutte le esche artificiali, inizia il giochino.

Parto, apro l’archetto della canna, chiudo l’archetto, la canna medesima si piega sotto gli attacchi dei tombarelli che fanno sfrigolare la frizione, questa volta sono due insieme e sudo, il Santo sta mentalmente calcolando quanti ce ne vogliono a riempire la capace pignatta.

Boh va avanti così per non so quanto, per qualche strano motivo, anche cambiando la posizione delle canne ,parte quasi sempre la mia, il top quando dico a Luca di andare di prua a guadinare delle acciughe e involontariamente lo frego, questa volta era partita la sua..

L’inge messaggia disperato descrivendo a terra un’alluvione biblica, qui sole, mare abbastanza feroce, gabbiani e pesci a tutta randa e nemmeno il gozzo a farci compagnia……

Siamo sfatti, due ore di pesca ci hanno messo al tappeto, io valuto che per il pentolone siamo a posto ed iniziano copiosi i rilasci o le guadinate sbagliate, oh se n’è andato …pazienza….

Un’ altro preso a spinning un paio slamati, ed, al calare del vento, lo spettacolo.

Schiumano come dei matti distruggendo acciughe in mezzo miglio quadrato, non siamo più in condizioni di fare nulla, ammirati guardiamo la forza e la violenza della natura, questi si che sono predatori, non il nostro misero branco di Dingo.

Si acquietano e noi con loro, svuotati torniamo lentamente verso terra, pulendo accuratamente il pescato, perché per il Santo, fra poco, inizierà il lavoro vero.

Sempre sia lodato

PS

Una prestazione dell’equipaggio veramente maiuscola, complimenti boys, non era semplice.

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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