Il Peve e l’Alletterato

[quote]E Francè mi fa: Andiamo un po a far due Lacerti….[/quote]

Da questo presupposto, di basso profilo (come del resto la mia umiltà mi impone di fare), ho accettato l’invito di Francesco, il secondo in due settimane, a farci una mattinata a pesca nella riviera degli Elfi.

Partenza alle sette, questa volta (c’era da lasciar sfumare una tramontana un po nervosetta) e via! Col supergozzo diesel di Francè lasciamo il Fezzano non senza (personalmente) aver con lo sguardo omaggiato il gozzetto dell’Inge, compagno di tante avventure e nella sua mise blu-celeste, appena raggiunto dai raggi di un alba tersa e limpida. Francè è uomo di acqua e di aria… Ex  aviatore, ex pescatore subacqueo…. diciamo uno che ‘sto scoglio del sistema solare se l’è visto dal basso e dall’alto.

Venti minuti e siam fuori le Bocche di Portovenere, dove Francè inizia a smatassare un paio di scarpette che non fan tempo a scendere in acqua che iniziano ad alimentare il frigo con sgombri (qua chiamati lacerti) in quantità.

Sorvoliamo su un paio buoni di ingarbugli dovuti molto probabilmente a lenze e girelle (e al mancato uso del DEEP, come già consigliato dal Polpo) fattostà che a metà mattinata pur  avendo recuperato svariati sgombri (obiettivo dell’uscita) il Peve non era soddisfatto. Se Francè aveva solo due scarpette a mare, il nostro si era portato dietro la sua Nexave Shimano da spinning leggero, per sgombri e tombarelli, e la Grandmaster della Lemax, perchè è sempre meglio non vivere di rimorsi.

Girato un paio di volte verso sud del Tino ho uno scambio epistolare con l’Inge (via sms) che mi risponde con uno “state larghi!!!!” che ci devia con lo spostamento d’aria almeno un altro miglio e mezzo fuori. Infatti dopo poco è un assembramento di gabbiani appollaiati in acqua e qualche timida baitball inizia a palesarsi. OVVIAMENTE era il momento giusto per far transitare una MSC portacontainer nella zona (e ricordiamo che era presente pure una esercitazione militare, più di una battuta di pesca sembrava una partita a PAMPANO).

Rotte le piccole mangianze della zona il mio armatore, comunque già a buon punto per quanto riguarda il fabbisogno settimanale di pesce azzurro per lui e famiglia (a me ‘sti sgombri ignoravano pure il micro Mucho Lucir che gli sparavo…solo tre a bordo…) mi chiede: “…e adesso dove andiamo?”

Qui la padronanza dell’arte drammatica è essenziale… Dopo decine di uscite con il nostro tattico, l’Inge, che prima a casa si studia la rotazione terrestre, l’influsso di Saturno sulla riproduzione della Velella  e poi in barca se la tira da sciamano e inumidendo il dito indice, come a sentir il vento dice “andiamo di la!” (e con la coda guarda gps, scandaglio, statistiche, report della Nato e youporn) dico: “Francè: punta il Mesco ma lentamente viriamo verso terra…verso la boa del Parco…”

Senza strumentazione elettronica (ah che bello il Vintage) rotta verso nord/nord ovest…. interrotti saltuariamente dagli sgobri in modalità KAMIKAZE ROCK’N’ROLL SUICIDE che si incontravano sul cammino.

La visualità era radicalmente cambiata: Da un contro sole su mare con ondina nervosetta (bianco su bianco) ad un bell’orizzonte blu e visibilità ottima.

Ed è per questa circostanza che addocchiando un vespaio di gabbiani vediamo non le solite cacciate degli sgombri ma degli “SPASH SPLASH” decisamente interessanti.

I sei nodi non consentono di arrivare in un batter d’occhio sul loco ma sicuramente abbiamo fatto una figura molto più dignitosa del gruppo di moschisti abituati alle battaglie con le trote del Tavarone arrivati a manetta soppra una baitball di acciughine insidiate da sgombri…

A distanza ottimale mi giro verso Francè “Sono Tonni rossi!” mentre li vedo saltare fuori dall’acqua in piena frenesia…

Reazione uno: prendo il telefono e mando un sms al Cinghiale, Beppe e all’Inge: testo – SONO TORNATI. Niente campo.

Reazione due: “Francè ti spiego le regole per la pesca al Tonno Rosso…se vuoi io ci tiro ma deve rimanere in mare”

Il comandante mi supporta e allora prendo la Lemax, Mucho Lucir bhp con amo singolo, e inizio a sventagliare nel marasma.

Nessuna reazione, anche perchè la mangianza si sposta veloce per poi sparire.

Delusione. Ma almeno li ho rivisti….Giro l’occhio a destra e mi vedo una bait ball, senza gabbiani…appena formata. Lancio.

Tre secondi. due “tocche” da pagello su cimino poi la botta. Replico ed inizia la battaglia. Adrenalina, canna piegata, frizione che lavora egregiamente sul Twin Power.

Francesco supporta benissimo le indicazioni consentendomi di recuperare treccia su una partenza lunga ed alta. Su un improvviso dietrofront chiedo di invertire il motore ed avverto  un rumore sinistro ma Francè tranquillizza “la scarpetta è finita nell’elica ma ce ne battiamo il belino!” 15/20 minuti di battaglia con un intermezzo:

-Francè: “mi fai sentire come tira?”

-Peve “e come no? ecco” in quel mentre partenzina decisa……

-Francè “mamma mia!”

Beh…a farla breve dopo una ventina di minuti pompo l’animale sotto bordo.  Appena lo vedo la mia esclamazione: “Francè è legale! tiralo a bordo!!!”

Ci mette un attimo. lo afferra per la coda (oltretutto mozzicata come si vede dalla foto) e TAAAAC!

Alletterato di 14,8 kg, la prima preda di rilievo del Peve che smarca il primo dei due obbiettivi: il secondo, cara brasiliana….è nel mirino…

A margine: a bordo non era presente un raffio. Non avevo cinture da combattimento (e che ti porti la cintura da combattimento per andar per sgombri? ma soprattutto: dov’è finita la mia cintura?)

Attrezzatura: Canna Lemax Grand Master, Mulinello Shimano Twin Power, Mucho Lucir BPH con amo singolo.

 

Nella gallery, alcune fasi del combattimento e il Mate dell’impresa, Francè col mitico Supergozzo Diesel!

 

 

Peve
E' l'apprendista Elfo del Team. Nonostante abbia più anni che la tosse si è avvicinato alla pesca a spinning da un anno e mezzo, plagiato dall'Inge. Tra i suoi ricordi di bambino le parole "muriddu" e "tremolina". Ha completamente perso lucidità da uno schiaffone preso da una Lampuga sugli scogli di Bonassola. Se nel giro di 20 miglia non c'è un sugarello, lui lo allama comunque. Amante del mare e della buona tavola, sogna uno strike "da terra". Nel recente inverno ha sperimentato con discreti risultati l'Egi Fishing, tecnica di pesca da lui definita "Scarafoni Fishing". Non sono "fine"...e per funghi dico ampiamente la mia... e di che tinta...

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