Il perfetto pescatore

pescatore

Eccoci qui, ad inizio anno puntuali come un calendario che non deve andare in stampa.
Ho postulato una domanda semplice semplice a uomini e donne: “come immaginate un/a pescatore/trice?”. Le risposte son state talmente variegate e ricche da dover dividere in due parti questo sondaggio, oggi focalizzato sull’uomo-pescatore (per la prossima volta già in non stampa la donna).
Premetto che non ho volutamente consultato pescatori/trici abituali, perché, chi pesca davvero, difficilmente riesce a fantasticare un altro/a se, avendo ben presente la crudele realtà dello stato dell’arte, su entrambi i versanti.

Ordunque dal mio sondaggio al femminile esce una sorta di mostro multiforme

pescatore

che tra gli attributi di identificazione non si presenta mai con un pesce né con una canna/lenza. Il sondaggio vede preferire la rete nell’unico caso in cui viene nominato lo strumento; una sola volta è stata generosamente indicata una cesta di pesci (misti, anche piccoli dunque, l’importante è la quantità, affinché vengano venduti/redistribuiti, preoccupazione tipicamente femminile), versione S.Pietro (quello umano… semi umano, santo via).

Solo il tonno compare sempre come specie: nella versione inscatolata Nostromo o Insuperabile, ormai saldamente ancorata all’immaginino femminile (mio compreso) per la mise del pescatore che lo affianca.
E che quindi deve sempre averlo appresso (il tonno) per far capire che non è Capitan Findus (che ha il merluzzo e puzza).
I danni della pubblicità.
Del resto la pipetta d’accompagno di questi personaggi pubblicitari è talmente veritiera che ancora in mare ne rinveniamo sovente d’argilla, retaggio di soste di pesca passate.
(Tra l’altro mi son sempre chiesta il perché di tutte queste pipette nei fondali…..il pescatore si addormentava a bordo barca e quindi l’oggetto del piacere gli sfuggiva di bocca a bava di lumaca…. oppure perdeva l’inseparabile strumento mentre trafelato tirava su nasse e reti? Mah….)

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Come sono quindi i pescatori? La mia indagine li ha individuati così:
Il vero pescatore gira perennemente scalzo (stagione e ‘notturnità’ non esistono) o nella variante stivaloni di gomma (preferiti diverse volte, anche senza null’altro addosso) , con le chiome al vento (out i calvi, bene ricorrere al parrucchino ben celato sotto il berretto alla tonno Nostromo, che torna… torna sempre) .

Per cui:
– via terribili ciabattoni, mocassini trendy e scarpe sportive.
– e via pure gli orrendi berretti alla Provolino in voga da almeno due decenni (argh!)
– out pure le panze (vorrebbe dire che non si fatica il dovuto)

e vai con:

– barba semincolta (richiesta nel 99% dei casi)
– maglione alla tonno Insuperabile anche d’estate
– stivaloni di gomma
– muta da sub semiaperta (è stata anche nominata a memorabile ricordo questa ormai famosa discesa: ringrazio …)
– variante: dolce bambino con cannetta in mano e dita nel naso
– variante: jeans e torso nudo.
– mediterranei sempre, molto o abbastanza cotti dal sole; biondo vichingo vagheggiato specificatamente una volta sola.
– volto possibilmente da attore.

Le gentili signore non hanno mai ‘richiesto’ un pescatore desnudo ma piuttosto un pescatore ‘in procinto di denudarsi’, e questa la dice lunga non solo sul gusto tutto femminile delle sfumature e del momento d’attesa, ma sul fatto che attribuiscano al pescatore una sensualità marcata (e da me non espressamente richiesta); talvolta apertamente dichiarata. L’onirico prevale sul reale: meglio immaginare che vedere. Realtà temuta .

In quanto a me che pesco abbastanza spesso, qualcosa delle mie preferenze già sapete:
– barba d’ordinanza, possibilmente ridondante
– tutona a pelle con bretella che cade voluttuosamente, versione muscolai
– tattoo estesi
e soprattutto in atto di tirar su a mano, con agilità, un’ancora da profondità abissale (il massimo per me che sudo sette camicie ogni volta che me ne tocca una), con i muscoli che si tendono e si contraggono….nulla di più piacevole ai miei occhi… basta comandanti fannulloni o con verricelli elettrici ^_^

Nei risultati: una certa reticenza nell’esprimersi da chi meno me l’aspettavo, ma entusiasmo in generale nel suggerire i connotati. Il sondaggio è stato esteso a donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni, ho escluso le ventenni solo perché di tal generazione conosco solo mia nipote, e non volevo passare per la zia balorda ‘che fa strane domande sugli uomini’ (a parte che forse…)

Per cui, cari pescatori, questo è il risultato.
Muta o stivaloni, assomigliare (poco da fare) a Clooney in ‘Perfect storm’ e indossare berretti di lana blu.
Pescioni? GPS? Guantini?! Canne ipertecno e giubbotti scafandrati antiguazza? Porcherie di cui si ignora persino l’esistenza e da far inorridire qualsiasi fanciulla.
In quanto alle misure….il pesce più grande, il trofeo, continua ad essere proiezione tipicamente maschile.

Detto ciò, quando vi si avvicina una donna e non avete altro da fare perché il mare tace…. mollate ogni scandaglio, nascondete guantini ed esche artificiali e fatevi trovare, impavidi, a finger di scrutare orizzonti lontani (“Capitani coraggiosi” docet), tenendo possibilmente tra le mani una lenza da sbrogliare (di sicuro effetto).

E se, miei cari, conosco almeno un poco la natura del pescatore…. so che tutto ciò vi farà sorridere senza presa di provvedimento alcuna, perché in pesca è la preda quella che conta, quella di mare!
E le donnine vi guarderanno dopo che vi sarete cambiati tornando alla normalità.
A voi stabilire quando/se indossare mute, tute, stivali, maglioni e ammennicoli vari per rendere felice l’altra metà del cielo.

(Ringrazio assai le gentili signore e signorine che si son prestate a codesto sondaggio e che hanno reso possibile l’orrido decalogo. E non meravigliatevi di ciò che è venuto fuori… è colpa… ops, opera vostra! ;-))
Ringrazio pure sopra ogni altra Iolina Carollo che mi ha fornito anche la splendida foto di copertina

Ale
Che dire, se negli anni ’70, d’estate, qualcuno vedeva una bimba solitaria con cappellino marinaro seduta sul bordo di un vecchio pontile di legno presso l’Arenella di Portovenere, con una lenza in mano, ero io. Non ricordo quando ho cominciato, ma a 7 anni per certo inseguivo babbo sott’acqua, lui a pesca col fucile, io dietro col retino imperterritamente convinta di riuscirvi anche così. Ormai è storia (vecchia) che in assenza di lenza e retino mi arrangiavo pescando piccole bavose di scoglio anche col sacchetto del bondì, doverosamente divorato prima. Per molti anni ho rilasciato tutte le prede, poi sono diventata ‘cattiva’ quando le dimensioni loro e mie sono aumentate. Ho avuto pochi ma magnifici maestri, che, bontà loro, mi portano appresso: pare io porti bene. Prediligo la pesca col vivo in mare, a bolentino traina e scarroccio; per poco (anno con ghiaccio sottile) mi è sfuggita la pesca nei laghi del Nord, ma ‘ce l’ho qui’...devo ritentare. Non amo descrivere tecniche (che lascio agli esperti) ma sensazioni. Per il resto sono archeologa.

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