El Burro – Big Game Canarie

Dunque…premessa: la moglie improvvisamente fissa un viaggio per Pasqua a Lanzarote con una coppia di amici, mi folgora con la notizia,  ignara che si tratti di uno degli hot spot mondiali della pesca. Immediatamente mi metto in moto e contatto Gianmaria Cogliati, da 19 anni residente in loco e notoriamente uno dei migliori pescatori e charter del globo terracqueo.

Fitto scambio di email….”Appena arrivi chiamami”…sarà fatto.

Arriviamo dopo un viaggio abbastanza confortevole, non fosse che Bergamo non è proprio dietro casa mia, e prendiamo contatto con la bellissima isola.

“Gianma, son qui”

“Bene, senti, fino a lunedì son pieno, ti chiamo domenica e ci si mette d’accordo per martedì”

“Ok”

Ma si sa, le cose vanno sempre in un’altra maniera, mentre affronto ricoperto di felpe il bellissimo parco vulcanico del Timanfaya, spettacolo imperdibile, e mia moglie fa incazzare un cammello che prontamente la disarciona senza le sperate conseguenze letali, squilla il telefono.

“Pino domani vieni”

“Mah….”

“No no, domani vieni, volano le lavatrici”

Eh si, perché da aprile è la stagione dei tonni giganti e non credete che giganti sia un’esagerazione….. Dormo malino, come al solito prima di un’uscita importante, e coinvolgo Roberto nell’avventura, pur essendo uomo più votato alla montagna e all’enduro in particolare, mi segue entusiasta. Nonostante l’appuntamento sia in orario più che comodo, molestiamo di prima mattina un tassista già sudato che sembra il sergente Garcia e ci facciamo portare a Puerto Calero, base del Lanzarote Fishing

Charter Belduca.

Sono pochi chilometri e fortunatamente il sergente Garcia tace, temo la sortita portasfiga. Che puntualmente arriva a pochi metri dal porto. Traduco quello che mi pare abbia detto…

“Allora andate a pescare!”

“Si….forse…”

“Con un bel charter di pesca!”

“”mah…”

“ Spero che tu catturi un bel Marlin bello grosso (cazzo non è manco stagione)…e Buena Pesca!”

Mavaffanculo…..vabbè non mi faccio impressionare e andiamo subito a vedere la barca che è sensazionale. Un Hatteras 52’ con due motori da 650 cv, perfettamente attrezzata e tenuta in maniera maniacale, spettacolo!
Cazzeggiamo per il porto in attesa dell’ora dell’appuntamento e , immobile sotto un pontile, immortalo una spigolotta di una decina di kg che si fa abilmente i cazzi suoi….

Bien.

Arriva per primo il buon Camarda, secondo , mate , macchinista , cuoco e quant’altro che ci invita ad aspettare un momentito mentre tira fuori l’attrezzatura, nel frattempo arrivano gli altri clienti, un paio di inglesi con figli decenni al seguito e una strana coppia di giovani teutonici. Poi finalmente incontro Gianmaria, un ragazzone abbronzato dall’aria simpatica che trasuda competenza sin dalle prime parole.

Spiega agli Inglesi ed ai tedeschi che la loro gita a bolentino si è appena trasformata in un’uscita in mare aperto ai tonni giganti e fa immediatamente un briefing per illustrare le norme di comportamento e di sicurezza.

Subito dopo vengono estratte a sorte le canne per ogni partecipante e “miracolosamente” a me tocca una ottanta lb con un Yo Zuri bonita di dimensioni imbarazzanti come esca …..

Finalmente si va!

Uscendo dal porto filiamo subito le canne in mare e mi arrampico sul fly bridge insieme a Gianmaria, Roberto e il buon Camarda. E finalmente si inizia parlare! Gianmaria mi illustra le tecniche , le stagioni di pesca, la vita a Lanzarote, qualsiasi cosa con una disponibilità e un entusiasmo contagiosi, io provo a tener botta con le mie misere esperienze, ma insomma dire che la situazione è gradevole è dir poco. Nel frattempo ci dirigiamo nella zona di pesca, fra le sei e le otto miglia dal porto, partono una serie di telefonate esplorative e sì, ci sono! E saltano…..

La pesca la tonno rosso è contingentata anche alle Canarie e si stanno vedendo i risultati: da qualche anno i giganti si fanno vedere molto di più e rimangono in zona per un periodo più lungo, la pesca viene fatta esclusivamente a traina ad una velocità sugli 8 nodi con grosse ed indistruttibili esche lipless, catch and release obbligatorio, anzi la cattura deve essere…casuale. Il rosso non ha timore alcuno per i delfini, che fanno mangianze degne dei tombarelli delle acque nostrane, per cui si cercano gli uccelli, poi i delfini ed inevitabilmente ci si trova in mezzo ai giganti.

Mentre la tensione sale in proporzione alle miglia percorse, con la coda dell’occhio vedo uno spruzzo, “PESCE”, è solo il primo delle migliaia di delfini che incontreremo nella giornata, ma è un buon segno dalla reazione dell’equipaggio.
Da un momento all’altro ci troviamo fiondati nel bel mezzo di un documentario del National Geographic, con cetacei , uccelli e sardine che volano da tutte le parti, io cerco disperatamente di filmare qualcosa, ma il rollio ed il riflesso non aiutano, quando finalmente Camarda sentenzia :“EL BURRO”, l’asino, eh si è come se  fosse saltato un asino, ma saltato da diecimila metri fuori da una fortezza volante!

L’onda dura almeno 5 secondi, una creatura impressionante.

Mi si rizzano i due peli che ho in testa e Gianmaria sorride al mio urlo belluino, ci dirigiamo verso la bollata, con le canne filate alla corta, scorgo benissimo nell’acqua le esche un metro sotto la superfice, vedere un attacco sarebbe sicuramente sconvolgente. Una delle barche amiche comunica uno strike con slamata, pare mangino poco e male, noi ci avventiamo verso una baitball grossa come un campo da calcio mentre i delfini ci sfrecciano sotto lo scafo.

All’improvviso, mentre l’eco segnala un muro compatto di pesce foraggio, una cosa inaspettata, chi di prepotenza può risolvere la situazione si palesa. Esce una balena e si pappa mezza baitball, i delfini prudentemente si scostano e si dirigono sulla palla successiva, a me cade il mento sul petto e devo richiudermi la bocca con le mani, l’equipaggio non fa una piega, Roberto, che abitualmente sfodera una faccia da Poker invidiabile, strabuzza gli occhi.

La barca amica ne ha slamato un altro, noi continuiamo nella zona buona e finalmente li vediamo bene, sono distanti, ma le immagini si fissano permanentemente nella retina, sono semplicemente COLOSSALI!

Uno degli inglesi sale sul ponte, dopo aver accuratamente fatto vomitare il figlioletto fuoribordo, e avvista un pesce dietro una delle canne leggere. Gianmaria sentenzia: “Piccolo Mako” e scende a controllare , lasciandomi per qualche secondo i comandi con mio sommo godimento. In effetti il Mako ha reciso il terminale , lo scorgo di poppa che ci prova con uno dei Bonita, ma poi desiste scoraggiato, forse, dalla taglia dell’esca….

Continua la sarabanda per qualche ora, siamo in overflow da avvistamenti,  ma i tonni sono sospettosi ed ancora piuttosto radi, Gianmaria prevede che nel giro di qualche giorno la situazione dovrebbe portare a delle mangianze vere e proprie, rabbrividisco al solo pensiero….. Veniamo adeguatamente rifocillati e, ancora una volta, annoto che la qualità di tutto quello che ci è stato messo a disposizione non ha eguali, tutto semplicemente perfetto, imparagonabile a qualsiasi altra offerta possiate trovare.

Si alza un pochino di vento, è aimè giunta l’ora del rientro, gli ospiti sono un po’ stanchini, io starei in barca ancora fino a Pasqua 2016, approfittiamo ancora per conversare amabilmente fino al porto. L’assistenza di Gianmaria è continuata telefonicamente per tutta la vacanza, è stato prodigo di consigli da gran conoscitore del territorio e da persona squisita qual’ è,  e lo ringrazio sentitamente, sfortunatamente è  saltata la seconda uscita, ma sarà per l’anno prossimo!

Purtroppo non siamo riusciti a riprendere i tonni in maniera decente, troppo “Pathos”…ma almeno qualche immagine dei delfini sottobordo possiamo regalarvela!

PS

Se rincontro il Sergente Garcia Gli Strappo I Baffi!

 

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Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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