Alien!

Incredibilmente, il Dio del Meteo decide di concedersi uno strappo alla regola, e ci regala un week end finalmente soleggiato.

Quasi incredulo e preso alla sprovvista, chiedo ed ottengo la compagnia della mia signora, racimolo in tutta fretta qualche sarda e tutto il necessario per una battuta di tenya fishing e bolentino, da praticare su uno spot medio-profondo che ultimamente sta regalando (insperati) buoni risultati.

In realtà, il programma è solo una mera copertura per respirare un po’ di salsedine senza rinunciare a qualche ora di sonno…magari anche una pennica a bordo… insomma, giusto per rilassarsi qualche ora in mare, in quella che se non è la prima uscita sul mio mezzo rimane sicuramente nelle dita della prima mano.

Così, come d’abitudine, mentre i colleghi driftar-cappottari prendono il largo all’alba, mi presento con tutta calma al Porticciolo.

Questa volta attorno alle 10.30, ulteriormente impigrito dalla presenza della mia signora, che di certo non smania per uscite mattiniere.

 

Via!

Un breve tratto di piacevole navigazione e qualche sobbalzo ed arriviamo sul posto. Ancoro senza difficoltà , indovinando al primo colpo un punto con ottime marcature, mentre uno spadino fa bella mostra di sè saltando a poche decine di metri dalla barca in un mare di velelle, per l’estasi di Enrica che non ne aveva mai visto uno…

Perlomeno che non fosse già a tranci.

Buon segno.

La giornata è veramente divina, cielo terso, mare calmo, appena un po’ di brezza e di onda lunga residua che non spaventa nè il Marino nè i suoi occupanti.

 

Jpeg

Condimeteo…complicate!

 

Anzi, la signora attacca subito a dormire a prua. Altro buon segno.

Filo la prima canna in acqua, arrivo sul fondo. Tac. Manfrone, o pagello bastardo che dir si voglia. Non male, altro buon segno, va a finire che la pennica la rimandiamo.

Trascorriamo un paio d’orette in compagnia di simpatici pinnuti di poco pregio, finchè decido di spostare la barca di una decina di metri, filando l’ancora, giusto per liberarmi di un po’ di minutaglia. Sembra impossibile, ma a volte solo qualche metro può far cambiare clamorosamente gli scenari, nel bene e nel male.

Calata, tocco il fondo, 3/4 secondi e…rieccoli. Tocchette morbide e d’un tratto…pesantezza totale.

 

Ferrata, c’è!

 

Il “coso” non viene su, penso di aver agganciato una rete e comincio ad imprecare mentalmente…ed evidentemente non solo mentalmente, visto che la signora si sveglia dalla sedicesima pennica della giornata.

Le tre testate successive mi fanno capire che là sotto non c’è una rete.

Il pesce comincia a venire, pesa e piega decisamente la mia Pibiruredda, ma è quasi “muto”, si manifesta solo con una testata ogni tanto.

Comincio a snocciolare ipotesi, Murene, Gallinelle, Razze, cambiando idea ogni 10 secondi.

 

Alien!

In realtà..dal blu profondo compare un…alieno!

Un pesce dai colori tenui, occhi grandi e due lunghi “baffi” sotto il muso. Viscidissimo. Devo inforcare un paio di ottimi guanti da giardiniere per maneggiarlo e volarlo a bordo.

Oscilliamo tra l’essere entusiasti ed inorriditi, una sensazione particolare, difficile da descrivere ma che vi auguro di provare!

A pagliolo arriva infatti un “bellissimo” esemplare di Mostella,  che alla bilancia supererà di poco i 4 kg! La taglia è davvero notevole per questo tipo di pesce, e la dimostrazione arriva guardando il record EFSA sul genere, che si aggira proprio sui 4 kg! Un vero e proprio…alieno, anche nella propria specie!

In più, al di là dell’aspetto davvero sgradevole, la Mostella è un pesce “povero” ma dalle carni bianche e delicate, che in cucina si fa assolutamente valere.

Per chi non la conoscesse, qualche info in più qui.

 

 

 

Che dire…

Alla faccia del “chi dorme non piglia pesce”… con buona pace degli amici “stakanov”! 🙂

 

 

Inge
Ingegnere nautico (da cui il nick) con la passione della pesca, nasce a La Spezia nell'ormai lontano 1985. Inizia a pescare ancor prima di camminare, seguendo le orme degli illustri familiari, abilissimi pescatori di orate con lenza a mano e metodo tradizionale. Dopo anni di gloriosi insuccessi, passa inspiegabilmente alla pesca con gli artificiali, ed in particolare alla traina costiera e allo spinning sulle mangianze, di cui si innamora. Ne deriva uno smodato sentimento di amore-odio per i gabbiani, e una vista assai acuta, nonostante gli occhiali, per individuare i più piccoli cenni di mangianza da La Spezia a Capo Corso. Da qualche anno si è avvicinato, nel periodo invernale, alla pesca dei cefalopodi da Riva, con stranamente buoni risultati. Pescatore molto tecnico, detiene nel team anche il primato di pesca alle acciughe e alle aguglie con le mani, di cui è molto orgoglioso... Si può considerare il "tattico" del team, vista la sua passione per la tecnologia (dorme con il GPS) e meteorologia.

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